A San Rocco

 

Quanne ze djce u resarie a Sant’Rocche,
ce vanne púre cu múcceche mmócche;
tré vècchie ‘llazjenate
ze fanne ‘na cantate
dope u resarie, ógne sére a Sant’Rocche.

A SAN ROCCO. Quando si recita il rosario nella cappella di San Rocco, / ci vanno pure con il boccone il bocca; / tre vecchie addottrinate / si fanno una cantata / dopo il rosario, ogni sera a San Rocco.


Nota Bene.
"Allazjenate" (da lezione) è chi, avendo ricevuto lezioni, diventa esperto, preparato, allenato. Il termine è spesso usato anche in senso spregiativo: "Sta ‘llazjenate!", come a significare che quella persona è stata ben preparata, bene indirizzata per raggiungere il suo scopo
.

(Incanto lirico)


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15 commenti su “A San Rocco

  1. GiMascia il said:

    Bel quadretto di vita tradzionale in un limerick, per giunta in dialetto.

    Brava, Incanto lirico!

    Giovanni

  2. vera.stazioncina il said:

    bella!..ma io devo sempre leggere la traduzione;-)

    però..povere “vecchie”…sa un po’ di tono spregitivo;-)

    un sorriso

    veradafne

  3. anonimo il said:

    “Allazjenate” , quanti termini dialettali perduti!

    Ne ho potuto sentire diversi in America, lì una anziana torese aveva portato con se, incontaminate,parole rare e inusuali.

    Complimenti, Vincenzo Colledanchise.

  4. lavelle il said:

    Non mi stancherò di dirlo, ottimo blog dove si mettono in risalto parole, pensieri in vernacolo che non bisogna scordare.

    Complimenti a presto Massimo

  5. benciarl il said:

    Sto imparando ad apprezzare il tuo dialetto che, come tutti i dialetti merita il massimo rispetto per i tesori di sintesi che conserva. Quante cose che in dialetto esprimiamo con una sola parola, per dirle in Italiano necessitano di frasi anche lunghe, a volte?

    Vorrei invitarti a partecipare alla grande kermesse di vernacolo presente su http://www.dialettando.com dell’editore Simonelli di Milano ed estendere l’invito a tutti gli estimatori e cultori del dialetto torese.

    Per favore fate un giro sul sito che ho segnalato e, se vi piace lasciate la vostra testimonianza.

    A presto

    Ben

  6. anonimo il said:

    L’inverno a San Rocco

    Ho abitato a San Rocco

    non proprio vicino alla chiesa

    un po’ giù per la discesa

    e mi piaceva a ciocco a ciocco

    d’inverno caricare il fuoco

    ma era un piacere che durava poco

    non avevamo molta legna

    e usavamo stracci e paglia

    si spegneva la fiamma

    e povera la mia mamma

    a piangere al freddo intanto

    che ci arrivava il canto

    delle devote santroccane:

    loro a cantare e noi a bestemmiare.

    L’altropoeta

  7. AbigailGilmore il said:

    Cari Veradafne e Paesanino! Sentite la mia mancanza “poetica”????:) Vi ringrazio, ma come diceva una canzone un pò di anni fa “words don’t come easy…” e invece di “tonight” io aggiungo “sometimes”! Un abbraccio e chissà che l’ispirazione non torni a farmi visita!!! ps. la sto aspettando anch’io 🙂

  8. anonimo il said:

    “Rocco proteggi il tuo popolo ognor

    lo guidi ,lo reggi ,lo porgi al Signor”.Questo ritornello ripetevano all’infinito i vecchi a San Rocco, con essi i miei nonni ed io da piccolo. Non erano ” allazionati ” erano poveri e analfabeti ma con una grande fede per quello che chiamavano ” Il loro Santo “. Grazie di avermi ridato questi ricordi e complimenti.

    Giuseppe Parziale

  9. GiMascia il said:

    Caro Peppe,

    se alludi anche a tuo nonno Nicola, il guardaboschi, credo che gli fai un torto a chiamarlo “analfabeta”. Per quanto ne so io, Ze Cole Ceccuttille non disdegnava di tenere lezioni serali ai giovanotti del tempo…

    Un saluto affettuoso

    Giovanni

  10. anonimo il said:

    E’ vero Giovanni, mio nonno faceva anche questo, ma il mio riferimento era generico e mi sembra di ricordare che le persone che sapevano ” Leggere e scrivere ” a quei tempi erano poche.

    Grazie e ricambio i saluti con altrettanto affetto.

    Ciao

    Peppe

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